Giorno 39 – Battaglia Terme 08 Luglio 2021
Una delle tappe più belle di tutto il viaggio. Sono stato accolto molto bene, mi hanno fatto visitare tutto il borgo, le sue pecurialità, i luoghi simbolo.
L’Assessore Bottaro e la Presidente del Parco Letterario Petrarca Baldin in questi mesi mi sono state vicine, hanno fatto conoscere – attraverso la pubblicità – il Recital alla cittadinanza e ieri è stato un gran successo.
Inoltre un grande contributo l’ha dato la Signora Rosada presentando l’idea prima della performance.
Riporto il bellissimo pensiero del Presidente del Parco Letterario Petrarca e poi dell’Assessore Bottaro.
Ieri sera ho assistito al Recital itinerante “La divina commedia in 100 borghi” di Matteo Fratarcangeli a Battaglia Terme La Divina Commedia in 100 borghi
Quando mi ha chiamata per iniziare una collaborazione con i comuni del Parco letterario ho pensato “uffa sto Dante”.
Però poi mi ha spiegato di cosa si trattava, ho guardato nel web un po’ chi era e c’è stato qualcosa che mi ha spinto a crederci.
In primis il fatto che fosse un recital che univa i borghi d’Italia, poi che lui fosse un giovane artista ambizioso e coraggioso, fosse anche solo perché ha iniziato il viaggio il 31 maggio e finisce il 7 settembre, ma ancora più perché l’ha dovuto spostare due volte a causa della pandemia.
Viaggia da solo, monta e smonta da solo il tutto. Deve trovare ogni sera una motivazione che lo spinga a portare le sue riflessioni su quello che tutti noi a scuola abbiamo considerato UN MATTONE, diciamocelo.
Non è un reading, non è una pièce teatrale…. Perché dobbiamo iniziare con il dire quello che non è?
Perché partiamo con delle certezze che in realtà ci creiamo noi?
Che poi ci immobilizzano magari in alcune situazioni che vogliamo restino sempre uguali, creando un appiattimento anche culturale.
Dante entra in crisi nel viaggio, Matteo è stato in crisi, noi non vogliamo la crisi. e su questo ha citato una riflessione bellissima di Einstein che non spoilero del tutto, solo che “l’unico davvero tragico aspetto della crisi è di non voler lottare per superarla”
Tutto ci porta a toglierci di dosso questa pretesa di assoluto ed ENTRARE con Matteo nella Divina Commedia, non a SUBIRLA passivamente in una lettura, ma cercare anche di “farci noi leggere dall’opera.”
Ci ha offerto alcune sue interpretazioni, frutto di riflessioni di un anno di lavoro sul progetto ma soprattutto sull’opera, con cui si può essere d’accordo o meno, ma ha CON-DIVISO con noi il suo viaggio.
Un viaggio il suo, come quello di Dante in fondo, che lo porta a confrontarsi con tanti sentimenti ed emozioni, con tante persone e situazioni diverse che arricchiscono lui e quindi anche la sua performance.
È infatti una performance “nel linguaggio della critica d’arte, forma di esibizione nata negli anni Settanta del Novecento, basata sull’improvvisazione, sul coinvolgimento del pubblico e sull’impiego di tecniche multimediali” ed infatti sono presenti 2 installazioni concettuali.
E c’è tutto, tranne che questa forma d’arte presuppone una conoscenza ottima del tema di cui si parla e Matteo l’ha dimostrato, passando dal canto in oggetto a citazioni di tanti altri, alcune parti recitate a memoria, qualcuna letta, ma quello che mi è piaciuto è che ha veramente calato nella nostra vita attuale tutti i temi trattati dal canto degli avari, della cupidigia che nasce dall’attaccamento ai beni materiali.
Il ritmo è incalzante e i pensieri si accalcano nella testa, mi sono data il tempo per metabolizzalo e stamattina continuo a pensarci. Ma si puo’ anche alzarsi e andare al microfono per CON-DIVIDERE con gli altri le idee e le riflessioni che stiamo provando, celebrando quindi anche il fatto che siamo vivi e possiamo ancora vederci non solo nei social (che non usa infatti per promuoversi)
Come ha ben scritto Alessio Celletti
https://artavanguardia.altervista.org/matteo…/
” la performance non sia solo mera esibizione o spettacolo di esaltati mercanti di spettacolarizzazioni, ma rappresenti al contrario un’espressione di dialogo che sfrutta tutti i mezzi di comunicazione e tutti gli organi sensoriali per creare uno spazio di coinvolgimento che rompe le distanze, i ruoli sociali e scenici, nonché strumento (dai tratti a volte drammatici o comici) di analisi e riflessione valevoli sia per l’artista che per lo spettatore-partecipante”
Felice di averci creduto, grazie a Michela Bottaro e Alice Carpanese che si sono fidate e con Matteo ci vediamo lunedì a Pontemanco dopo altri km, altri borghi, altre persone.
Chissà quindi cosa ci racconterà LUNEDI ORE 21.00 A PONTEMANCO!
Io, finito il tutto, sino rimasta al bar con altre persone che erano state all’incontro.
Non capita spesso credo… ma per una Buona ora… si è parlato di inferno, divina commedia, Dante, Matteo Fratarcangeli, … davanti ad una birra.
Io credo che anche questa sia cultura. Le persone ne hanno bisogno”.
Sono rimasto estasiato dai pensieri che loro hanno nutrito nei confronti della performance. Sono rimasto senza parole…