Vico nel Lazio, arroccata su un rilievo calcareo, ai piedi del monte Monna, è un raro e tipico esempio di borgo medievale fortificato, monumento architettonico singolare. Su un tracciato ovale di 300 metri di asse maggiore e 250 metri circa di asse minore, si registrano mura castellane in pietra calcarea con faccia piana, intervallate da 25 torri quadrate con merlatura guelfa e tre porte di ingresso, due con arco a sesto acuto e una a tutto sesto, discretamente conservate e vivibili da potersi visitare a piedi o in macchina per un percorso di circa mille metri. La cinta fortificata ripete l’assetto di un accampamento romano con le porte orientate ai punti cardinali: inizia a svilupparsi intorno all’XI secolo e, probabilmente, nel XIII secolo, il possente sistema difensivo viene ad assumere l’aspetto maestoso di oggi. La cinta muraria vicana richiama alla mente quella della nota città francese di Carcassonne. Soprattutto nelle torri delle porte, la pietra è tagliata alla perfezione sì da formare cubi e parallelepipedi, che disposti su strati orizzontali, sono tenuti insieme da un sottilissimo strato di malta. Gli angoli delle torri sono costruiti secondo la tecnica per testa e per taglio. L’opera appare compatta e non sembra che presenti disomogeneità né nel materiale usato né nella tecnica della lavorazione, pertanto si può ritenere che il circuito murario è stato costruito con intenti difensivi ben precisi e in un arco di tempo non molto ampio. Il borgo ha conservato intatta la struttura urbanistica medievale passeggiando tra le sue stradine e le piazze si respira un’atmosfera che riporta al passato.